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Melchiorre Eletro

 

Melchiorre Eletro (nato a Napoli nel 1945 ) è un pittore figlio d’arte formato in un ambiente frequentato da famosi maestri, tutti legati alla tradizione artistica partenopea. Eletro ha studiato nell’Istituto d’Arte, ma le tappe fondamentali della sua fondazione egli le ha passato indipendentemente nutrendosi dall’esperienza di predecessori e contemporanei e formando il proprio stile figurativo.

Le opere di Melchiorre Eletro impressionano con la loro diversità: dal ritratto e le scene abituali da camera fino ai temi religiosi e mitologici espressati di maniera solenne e di gala. Si distinguono per lo stile libero, per i colori vivi e saturati, per la vitalità e il dinamismo delle composizioni. Uniscono in maniera sorprendente gli elementi di varie tradizioni e stili — barocco, classicismo, romanticismo, impressionismo.

Ancora giovane d’anni il pittore ha cominciato a partecipare nelle mostre: ha preso parte agli progetti di gruppo ed ha allestito varie mostre personali tra cui bisogna notare: Galleria S.Marco, (1970); Botteghina d’Arte (1972, 1973); Squarcio (1974), Napoli. Già in questi anni l’autore ha ricevuto un ampio riconoscimento e approvazione da parte del pubblico, è stato decorato di parecchie onorificenze. Ha partecipato, inoltre, a tre mostre collettive degli artisti napoletani negli Stati Uniti: Helios Gallery, Reston, Virginia (1976); Henry Pubblic Library, Vienna, Virginia (1976); Galleria Wash Art, Washington (1977).

OPINIONI DEI CRITICI

Seguendo la grande tradizione ottocentesca napoletana, prolungata traverso i vari decenni del Novecento fino a noi, Melchiorre Eletro «inventa» una pittura che manifesta caratteristiche tipiche dei macchiaioli toscani. Opera un felice connubio tra il naturalismo partenopeo e il realismo toscano, lasciando una impronta personale ai suoi dipinti nei quali troviamo meni paesaggi e splendide marine, piccole spiagge e poetiche calette immerse in una luminosità singolare, la quale scaturisce dai felici accordi coloristici della sua olicroma tavolozza. Quanta suggestione ci viene da quei dipinti pieni di vita, dove le figure non sono statiche ma dinamiche, e le case, e le barche, e le reti stese ad sciugare, e tutti gli oggetti del quadro danno risalto ai dettagli, ma senza turbare l’armonia dell’insieme! Una suggestione che scaturisce dalla bravura dell’artista d’usare sapientemente la scala cromatica, di riuscire l’equilibrio conveniente delle masse, di sapere stendere il colore sulla tela in una maniera particolare, seguendo la tecnica che accentua il chiaroscuro e, insieme, la corposità della pennellata.

Pasquale Palma

 

Da una visione lirica e schietta della sua arte che combina varie forme decorative, viene salendo alla conquista dei valori pittorici più coscienti. In questa mostra ci sono sufficienti paesaggi rapidi fatti con colpi netti di pennello i quali mostrano il migliore dei pittori da operare il chiaroscuro e soluzioni costrutive.

Francesco Nicolardi

 

Eletro opera un armonico connubio tra il realismo e le vibrazioni del cuore, in altre parole, le vibrazioni del suo sentimento vivo, profondo e fino della natura. E nel suo sonno dorato e romantico la natura delle isole che ornano la baia del golfo napoletano viene presentata cosí bella e seducente, specialmente dell’isola di Capri la quale sull’opinione del pittore, lo ha conquistato e ha fatto il prigioniero dell’incanto magico come Ruggiero stregato dalla maga Alcina e restato prigioniero nell’isola. Da qui scaturisce l’esultanza dei paesaggi di Capri che brillano per la sua belleza e il sole: le vere oasi di silenzio e oblio che il pittore riflette su tela con la schietta liricità usando la tavolozza ricca di colori freddi e caldi.

Carlo Barbieri

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